lunedì 14 maggio 2012

LA PESCA DEI PESCI



Eccomi qua con un post veloce veloce dedicato ad un gioco fatto da me un po' di tempo fa dopo averne visto uno simile in un link di Homemademamma!

Ci tengo a presentarvelo perchè da bambina andavo matta per la pesca dei pesci e devo dire che anche Edoardo ai tempi aveva apprezzato parecchio; adesso è grandicello e preferisce qualcosa di più "impegnativo" anche se ogni tanto una sogliolina o un pesce martello se li pesca volentieri!!

Allora via: un po' di cartoncini colorati, graffette da applicare dietro ai pesci con un po' di scotch, una canna ( che io ho ricavato da un manico di un giochino ormai dismesso di Edo ), una cordicina ed un "amo" che consiste in una calamitina tonda che troverete in tutti i negozi di ferramenta.
Ah, dimenticavo: il mare!!!! Beh, quello l' ho ricavato da un coperchio di cartone ( va benissimo quello di una scatola da scarpe oppure quelli contenenti le risme di carta dell' ufficio :-)) che ho dipinto esternamente e che ho impreziosito con un po' "fogliame" e poi tanta fantasia per ricreare i pesciolini!!

Guardate un po':





La farete la pesca dei pesci ai vostri bambini? Attendo di vedere i vostri lavori!!!

martedì 8 maggio 2012

LA FAVOLA DEI CALDOMORBIDI



C'era una volta un luogo, molto, molto, molto tempo fa, dove vivevano delle persone felici. Fra queste persone felici ce n'erano due che si chiamavano Luca e Vera. Luca e Vera vivevano con i loro due figli Elisa e Marco.
Per poter comprendere quanto erano felici, dobbiamo spiegare come erano solite andare le cose in quel tempo e in quel luogo.
Vedete, in quei giorni felici, quando un bimbo nasceva trovava nella sua culla, posto vicino a dove appoggiava il suo pancino, un piccolo, soffice e caldo sacchetto morbido. E, quando il bambino infilava la sua manina nel sacchetto, poteva sempre estrarne un… "caldomorbido".
I caldomorbidi in quel tempo erano abbondantissimi e molto richiesti perché, in qualunque momento una persona ne sentisse il bisogno, poteva prenderne uno e subito si sentiva calda e morbida a lungo.
Se, per qualche motivo, la gente non avesse ricevuto con una certa regolarità dei caldomorbidi, avrebbe corso il rischio di contrarre una strana e rara malattia. Era una malattia che partiva dalla spina dorsale e che lentamente portava la persona ad incurvarsi, ad appassire e poi a morirne.
In quei giorni era molto facile procurarsi i caldomorbidi: se qualcuno li chiedeva, trovava sempre qualcun altro che li dava volentieri. Quando uno, cercando nel suo sacchetto, tirava fuori un caldomorbido, questo aveva la dimensione di un piccolo pugno di bambina ed un colore caldo e tenero. E subito, vedendo la luce del giorno, questo sorrideva e sbocciava in un grande e vellutato caldomorbido.
E quando era posto sulla spalla di una persona, o sulla testa, o sul petto, e veniva accarezzato, piano piano si scioglieva, entrava nella pelle e subito la persona si sentiva bene e per lungo tempo.
La gente a quel tempo si frequentava molto e si scambiava reciprocamente caldomorbidi. Naturalmente questi erano sempre gratis ed averne a sufficienza non era mai un problema.
Come dicevamo poc'anzi, con tutta questa abbondanza di caldomorbidi, in questo paese tutti erano felici e contenti, caldi e morbidi per la gran parte del tempo.
Ma, un brutto giorno, una strega cattiva che viveva da quelle parti si arrabbiò, perché, essendo tutti così felici e contenti, nessuno comprava le sue pozioni e i suoi unguenti.
La strega, che era molto intelligente, studiò un piano diabolico.
Una bella mattina di primavera, mentre Vera giocava serena in un prato con i bambini, avvicinò Luca e gli sussurrò all'orecchio:
"Guarda Luca, guarda Vera come sta sprecando tutti i caldomorbidi che ha, dandoli a Elisa. Sai, se Elisa se li prende tutti, può darsi che, a lungo andare, non ne rimangano più per te".
Luca rimase a lungo soprappensiero. Poi si voltò verso la strega e disse: "Intendi dire che può succedere di non trovare più caldomorbidi nel nostro sacchetto tutte le volte che li cercheremo?".
E la strega rispose: "Proprio così. Quando saranno finiti, saranno finiti. E non ne avrete assolutamente più".
Detto questo volò via, sghignazzando fra sé.
Luca fu molto colpito da quanto aveva detto la strega e da quel momento cominciò ad osservare e a ricordare tutti i momenti in cui Vera dava caldomorbidi a qualcun altro.
Di lì in poi divenne timoroso e turbato, perché gli piacevano i caldomorbidi di Vera e non voleva proprio rimanere senza. E pensava pure che Vera non facesse una cosa buona a dare tutti quei caldomorbidi ai bambini e alle altre persone.
Cosi cominciò ad intristirsi tutte le volte che vedeva Vera elargire un caldomorbido a qualcun altro. E poiché Vera gli voleva molto bene, essa smise dì offrire così spesso caldomorbidi agli altri, riservandoli invece per lui.
I bambini, vedendo questo, cominciarono naturalmente a pensare che fosse una cattiva cosa dar via caldomorbidi a chiunque e in qualsiasi momento venissero richiesti o si desiderasse farlo e, piano piano, senza quasi nemmeno accorgersene, diventarono sempre più timorosi di perdere qualcosa.
Così anch'essi divennero più esigenti. Tennero d'occhio i loro genitori e, quando vedevano che uno di loro donava un caldomorbido all'altro, anche loro impararono a intristirsi. Anche i loro genitori se ne scambiavano sempre di meno e di nascosto, perché così pensavano che non li avrebbero fatti soffrire.
Sappiamo bene come sono contagiosi i timori. Infatti, ben presto queste paure si sparsero in tutto il paese e sempre meno si scambiarono caldomorbidi.
Nonostante ciò le persone potevano comunque sempre trovare un caldomorbido nel loro sacchetto tutte le volte che lo cercavano, ma essi cominciarono a estrarne sempre meno, diventando nel contempo sempre più avari.
Presto la gente cominciò a sentire mancanza di caldomorbidi e, di conseguenza, a sentire meno caldo e meno morbido. Poi qualcuno di loro cominciò ad incurvarsi e ad appassire e talvolta persino a morire. Quella malattia, dovuta alla mancanza dì caldomorbidi, che prima della venuta della strega era molto rara, ora colpiva sempre più spesso.
E sempre di più la gente andava ora dalla strega per comprare pozioni e unguenti, ma, nonostante ciò, non aveva l'aria di star meglio.
Orbene, la situazione stava diventando di giorno in giorno più seria. A pensarci bene la strega cattiva in realtà non desiderava che la gente morisse (infatti pare che i morti non comprino balsami e pozioni), così cominciò a studiare un nuovo piano. Fece distribuire gratuitamente a ciascuno un sacchetto in tutto simile a quello dei caldomorbidi, ma questo era freddo mentre l'altro era caldo. Dentro il sacchetto della strega infatti c'erano i "freddoruvidi". Questi freddoruvidi non facevano sentire la gente calda e morbida ma fredda e scontrosa. Comunque fosse, i freddoruvidi un effetto ce l'avevano: impedivano infatti che la schiena della gente si incurvasse più di tanto e, anche se sgradevoli, servivano a tenere in vita gli abitanti di quel paese che una volta era stato felice.
Così tutte le volte che qualcuno diceva: "Desidero un caldomorbido", la gente, arrabbiata e spaventata per il loro rarefarsi, rispondeva: "Non ti posso dare un caldomorbido, vuoi un freddoruvido?".
E, a volte, capitava persino che due persone a passeggio insieme pensavano che avrebbero potuto scambiarsi dei caldomorbidi, ma una o l'altra delle due, aspettando che fosse l'altra ad offrirglielo, finiva poi per cambiare idea, e si scambiavano dei freddoruvidi.
Stando così le cose, ormai sempre meno gente moriva di quella malattia, ma un sacco di persone erano sempre infelici e sentivano molto freddo e molto ruvido.
E' inutile dire che questo fu un periodo d'oro per gli affari della strega.
La situazione peggiorava ogni giorno. I caldomorbidi, che una volta erano disponibili come l'aria, divennero merce di grande valore e questo fece sì che la gente fosse disposta ad ogni sorta di cose pur di averne. In certi casi i caldomorbidi venivano estorti con l'inganno, in altri con violenza e, quando ciò avveniva, succedeva una cosa strana: questi non sorridevano più, sbocciavano poco e diventavano scuri.
Prima che la strega facesse la sua apparizione la gente era solita trovarsi in gruppi di tre o di quattro o anche di cinque persone senza minimamente preoccuparsi di chi fosse a dare i caldomorbidi. Dopo la venuta della strega la gente cominciò a tenere per sé tutti i propri caldomorbidi, e a darli al massimo ad un'altra persona. Qualche volta succedeva che quelli che davano a persone esterne dei caldomorbidi si sentivano in colpa perché pensavano che il proprio partner molto probabilmente ne sarebbe stato dispiaciuto e geloso. E quelli che non avevano trovato un partner sufficientemente generoso andavano a comprare i loro caldomorbidi e questo gli costava molte ore di lavoro per racimolare il denaro.
Un altro fatto sorprendente ancora succedeva. Alcune persone prendevano i freddoruvidi, che si trovavano facilmente e gratuitamente, li camuffavano ad arte con un'apparenza piacevole e morbida e li spacciavano per caldomorbidi. Questi caldomorbidi contraffatti venivano chiamati caldomorbidi di plastica e finirono per procurare guai ulteriori.
Per esempio, quando due persone si volevano scambiare reciprocamente dei caldomorbidi pensavano, è ovvio, che si sarebbero sentiti bene, ma, in realtà, nulla cambiava e continuavano a sentirsi come prima e forse anche un pochino peggio. Ma, poiché pensavano in buona fede di essersi scambiati dei caldomorbidi genuini, rimanevano molto confusi e disorientati, non comprendendo che il loro freddo e le loro sensazioni sgradevoli erano in realtà il risultato dell'essersi scambiati caldomorbidi di plastica.
Così la situazione si aggravava di giorno in giorno.
I caldomorbidi erano sempre più rari e, a volte, anche guardati con sospetto, perché si confondevano con quelli di plastica, contraffatti. I freddoruvidi erano abbondanti e sgradevoli e tutti pareva volessero regalarli agli altri. C'era molta tristezza, paura e diffidenza e tutto questo era iniziato con la venuta della strega, che aveva convinto le persone che, a forza di scambiarsi caldomorbidi, un giorno non lontano avrebbe avuto la sorpresa di scoprire che erano finiti.
Passò ancora del tempo e, un giorno, una donna florida e graziosa, nata sotto il segno dell'Acquario, giunse in quel paese sfortunato, portando il suo sorriso limpido e cordiale.
Non aveva mai sentito parlare della strega cattiva e non nutriva alcun timore che i suoi caldomorbidi finissero. Li dava liberamente, anche quando non erano richiesti. Molti la disapprovavano perché pensavano che fosse sconveniente per i bambini vedere queste cose e temevano per la loro educazione
Ma essa ai bambini piacque molto, tanto che la circondavano in ogni momento. E anche loro cominciarono a provare gusto nel dare agli altri caldomorbidi quando gliene veniva voglia. I benpensanti corsero ben presto ai ripari facendo approvare una legge per proteggere i bambini da un uso spregiudicato di caldomorbidi. Secondo questa legge era un crimine punibile dare caldomorbidi ad altri che non alle persone per cui si avesse avuto una licenza. E, per maggiore garanzia, queste licenze di darsi caldomorbidi si potevano avere per una sola persona e spesso duravano tutta la vita.
Molti bambini comunque fecero finta di non conoscere la legge e, in barba a questa, continuarono a dare ad altri caldomorbidi quando ne avevano voglia o quando qualcuno glieli chiedeva. E, poiché c'erano molti, molti bambini - così tanti forse quanto i benpensanti - cominciò ad apparire chiaro che la cosa era molto difficile da contenere......


E' stato ad una riunione alla scuola dell' infanzia che frequenta mio figlio Edoardo che ho scoperto questa fantastica storia ed ho deciso di inserire questo magico rituale all' interno della nostra famiglia anche per continuare, a casa, un interessante percorso cominciato a scuola che porta i bambini a riconoscere le proprie emozioni ed a non esserne avidi!!!

Il libro in questione ( questo ) lo abbiamo già ordinato ma nel frattempo mi sono messa all'opera....


I NOSTRI CALDOMORBIDI....


......PROFUMANO DI BOROTALCO!!!
Presto arriveranno in casa nostra anche i "freddoruvidi"!!!

sabato 28 aprile 2012

INSALATA DI CUSCUS CON CECI POLLO ALLO SPIEDO ED ERBETTE


Oggi ho trascorso una giornata meravigliosa pur non avendo fatto chissà quali cose ma ho passato qualche ora serena con mio la mia figlia, nella natura, a contatto con il verde delle piante e con gli animali e tutto questo non poteva che concludersi con una cena speciale, in sintonia con questa mia rinnovata energia.

Qualche giorno fa leggendo il mensile di Alice del mese di Maggio ho trovato questa ricetta che mi ha colpito per la freschezza che mi ha trasmesso nell' accostamento di colori e sapori, tutti semplici ma nessuno inserito a caso ed allora eccovi la ricetta:

Ingredienti per 4 persone:

175 g di cuscus
1 confezione da 400 g di ceci cotti al vapore
250 g di pomodorini pachino ( io ho utilizzato pomodori ramati )
2 rametti di menta
2 cipollotti ( non lo avevo così ho utilizzato cipolline sott' aceto )
1/2 petto di pollo cotto allo spiedo ( io ho utilizzato petto di tacchino cotto alla piastra )
4 cucchiai di prezzemolo tritato
il succo e la scorza di 1/2 limone
una noce di burro
6 cucchiai di olio EVO
sale e pepe

Preparazione:

1. Tagliate il petto di pollo ( o le bistecchine ) a listarelle. Versate l' olio in una ciotola con il succo di limone, il petto di pollo, i cipollotti tagliati a spicchi sottili ( o le cipolline ) e mescolate per amalgamare.

2. In una grossa ciotola raccogliete il cuscus e coprite con 250 g di acqua bollente e salata. Unite una noce di burro e lasciate riposare 20-30 minuti separando i grani con una forchetta.

3. Sciacquate i pomodorini e tagliateli a metà ( o i pomodori tagliateli  a pezzetti ); eliminate i semi e l' acqua di vegetazione e sfogliate la menta. Scolate i ceci dal loro liquido di conservazione e poi sciaquateli. uniteli al cuscus e mescolate.

4. Aggiungete i pomodori, la menta, il prezzemolo, la scorza del limone grattugiata e il petto di pollo  con tutto il condimento. Amalgamate, regolate di sale e pepe e servite l' insalata in piccole ciotoline.


A questo leggerissimo ma completo piatto ho accostato dei grissini fatti velocissimamente in questo modo: 

Ho tagliato a striscioline larghe circa 1 cm una sfoglia rettangolare di pasta sfoglia; vi ho grattuggiato sopra del pecorino e poi le ho arrotolate su se stesse. Le ho appoggiate in una teglia ricoperta di carta da forno e le ho cotte 10 minuti a 180° modalità ventilato. 







Poi per domani ho preparato il dolce della Domenica ma questa è un' altra storia...ops...volevo dire  un' altra ricetta!!

venerdì 6 aprile 2012

ROBERTO PITTARELLO


Ecco qui, nel titolo del mio post vi ho già svelato il nome di un grande uomo a cui voglio dedicare il post di questa sera; una persona che ho avuto il piacere di conoscere due anni fa e di rivedere la scorsa settimana in biblioteca nell’ ambito di “Fili di parole”, un’ iniziativa di alcuni comuni della provincia di Bologna che vede protagonista la lettura ma non solo.

Lui, Roberto Pittarello, laureato in lettere, attualmente tiene corsi di “Didattica delle arti visive” e “Laboratori di attività espressive grafiche e plastiche” alla facoltà di  Scienze della Formazione Primaria dell’ Ateneo di Padova.
Nella sua biografia leggiamo anche : "Da un trentennio progetto e animo i laboratori creativi sui linguaggi tattile, visivo e di scrittura interiore con bambini, ragazzi e adulti, anche in continuità di collaborazione con enti, istituti pubblici e associazioni culturali. I percorsi e gli esiti dei progetti educativi legati ai laboratori sono documentati in numerose mostre e pubblicazioni
Accanto a questo impegno pubblico sperimento e sviluppo le tecniche dei linguaggi  artistici nel laboratorio personale di ceramica e pittura.”

Credo che non ci siano sufficienti ed esaustive parole per descrivere ciò che sa trasmettere, l’ unicità del suo operato e la ricchezza morale e di contenuti che si evincono dai suoi laboratori; credo che le serate in cui ho assistito alle sue letture siano state le più interessanti in assoluto.

Ma per farvelo meglio conoscere oltre a dirvi di sbirciare qui, vorrei parlarvi di uno dei suoi libri che ho acquistato: “Cosa mi viene in mente”In quarta di copertina si legge: 

Tutti i libri si sfogliano. Lo sapevi?Allora prova a sfogliare questo libretto. Non trovi pagine di scrittura, né foto o disegni. Ci sono invece dei segni, delle forme, delle strutture che, osservando bene, ti fanno venire in mente qualcosa. 
Quel segno che ti ricorda una strada, quella forma uno strano animale. 
E poi? Continua da solo questo gioco.
Ad ogni pagina ti fermi e dici:
“Cosa mi viene in mente?”. Potrai disegnare cose a cui di solito non pensi. Idee originali, solo tue.
Se vuoi puoi scrivere qualche pensiero ( ci sono apposta delle righe qua e là). Un’ idea da prendere al volo, un appunto, una piccola poesia.
Un consiglio. Questo libretto non si fa a scuola,
come un compito, piuttosto guardando la televisione ( che così si guarderà un po’ meno), durante una gita con gli amici, al ritorno dalla partita ( di pallone?), un po’ prima di andare al supermercato, in bicicletta ( fermandosi ogni tanto un po’), in barca, aspettando che il povero pesce abbocchi (cattivi!) e poi a scuola, sì anche a scuola, non mi contraddico, 
ma solo durante le ore noiose.
Ricordati poi di scrivere il tuo nome in copertina.
Adesso sei un autore.

Vi ho voluto riportare le sue parole perché credo non ce ne siano altre per descrivere il suo libro ma vi lascio qualche immagine sperando che vi incuriosisca e che come me scopriate un vero artista!!






Noi abbiamo acquistato anche i Libri in foglio, i Libri Bianchi ( e qui ci sarebbe altro da raccontarvi), I bambini sono di tutti e Con un punto.
Trovate tutto l’ elenco dei libri che ha scritto nel suo sito.

Allora buona lettura e buona scoperta!!





martedì 3 aprile 2012

BRUSCHETTE CON SALSA DI FAVE E SALSICCIA

Il mio pane all’ olio

Qualche giorno fa ho acquistato un po’ di fave senza ben sapere come le avrei cucinate e proprio perchè ho deciso di inserire più legumi nella nostra alimentazione mi sono buttata e qui ho trovato la ricetta che più mi piaceva; l’ ho modificata un po’, secondo il nostro gusto ed ho fatto così: ho cominciato preparando il pane, fatto con farina macinata a pietra, biologica, che ho acquistato da un agricoltore del ferrarese, poi da questo ho ricavato le bruschette che ho farcito con uno strato di salsa di fave e con qualche pezzetto di salsiccia, il tutto coperto da un velo di parmigiano grattugiato.

Per la salsa ho fatto così: Ho bollito le fave in acqua salata per 15 minuti, una volta fredde, io ed Edoardo le abbiamo pelate poi le ho frullate nel mixer con l’ aggiunta di sale, pepe, parmigiano ed un pochino di acqua.

Un vero successo e per chi volesse accorciare i tempi della preparazione di questo piatto si può utilizzare il pane acquistato al panificio!!

Le bruschette

lunedì 2 aprile 2012

COLOMBINE PASQUALI VELOCI AL GIANDUIA E ALBICOCCHE


La Pasqua è alle porte, questo è forse il periodo più importante dell’ anno, almeno per chi ha fede cristiana , e noi lo abbiamo colto per ringraziare le persone che ci accompagnano nel nostro percorso quotidiano: le maestre e le dade di Edoardo!

Così Sabato sera mi sono messa all’ opera ed ho cominciato ad impastare queste fantastiche colombine che ieri ho poi confezionato con un po’ di carta trasparente, spago, ulivo benedetto, un fiorellino ed un bigliettino ricavato da un sacchetto per il pane pulito!!

La ricetta è tratta dal numero 3 di Alice, una rivista di cucina che ho da poco scoperto ma di cui mi sono già innamorata; l’ impasto che vi propongo è per una colomba oppure per 7 piccoline:

Ingredienti:

180 g di farina 00
100g di fecola
200 g di burro
150 g di zucchero
4 uova
50 g di liquore a piacere ( io ho utilizzato la mandorla amara )
20 g di lievito chimico per dolci
80 g di albicocche secche
80 g di cioccolato a scaglie gianduia
1 baccello di vaniglia
1 limone biologico
1 pizzico di sale

Per la glassa:

100 g di farina di mandorle
100 g di zucchero a velo
1 uovo intero
scaglie di mandorle
granella di zucchero

Io ho sostituito tutti gli ingredienti della glassa con zucchero in granella e mandorle pelate intere.

Preparazione:

1. Lavorate il burro con lo zucchero, fino ad ottenere una crema ben amalgamata. Unite le uova, uno alla volta, e lavorate il composto.

2. Setacciate la farina, la fecola ed il lievito. Unite al composto la vaniglia, il liquore, la scorza e il succo del limone e le farine setacciate; lavorate per bene e infine aggiungete le albicocche, tagliate a pezzetti, e le scaglie di cioccolato.

3. Versate l’ impasto in uno stampo ( o 7 piccoli ) da colomba e fate cuocere in forno già caldo a 180° C per circa 40 minuti ( le piccole cuociono in 15 minuti, alla stessa temperatura)

4. Per la glassa: raccogliete tutti gli ingredienti in una ciotola e amalgamateli accuratamente. Quando mancheranno dieci minuti alla fine della cottura, sfornate, spalmate la glassa sulla superficie della colomba, infornate nuovamente e lasciate colorire per bane. Trascorso il tempo di cottura, sfornate e lasciate intiepidire ( io qui ho aggiunto solo le mandorle intere e lo zucchero in granella ).


La confezione la lascio alla vostra fantasia e direi che qui c’è proprio da sbizzarrirsi, così come per i bigliettini di auguri su cui noi abbiamo scritto anche un passo del Salmo 21.

Fatemi sapere come vi sono venute, altrimenti ve le faccio io!!!! 

Buona Pasqua!!





giovedì 29 marzo 2012

PENSIERI E VALUTAZIONI



Già, proprio pochi giorni fa scrivevo questo su Fb: 

Stamattina pensavo che mi dispiace non aggiornare più il mio blog ma mi sono resa conto che così facendo ho ritrovato il tempo per scrivere il diario di Edoardo, per giocare con lui, per stare un po’ con mio marito....insomma ho acquistato un tempo che avevo perso!! Inoltre non dover più fotografare ogni piatto o creazione che faccio è quasi un sollievo!! Forse scriverò di nuovo, forse mi dispiacerà pensare che tutte le mie idee rimangono nostre ma io mi sento meglio!!!

Oggi eccomi qui, nel mio blog, arrivata come ogni tanto faccio per controllare se qualcuno mi legge ancora e più semplicemente per fare un saluto ad una mia creazione, a questo spazio che alle volte ho affrontato come un impegno di lavoro, con l’ ansia di chi ha una scadenza da rispettare, con la paura di non aver scritto bene o cose sufficientemente interessanti e che in altri momenti è stato un momento per raccogliere le idee e condividere la mia filosofia di vita!

Sono contraddittoria, non sempre, non in tutto ma crescendo si evidenzia in me questo tratto e credo di aver scoperto una cosa importante: non sono affetta da nessuna malattia psicologica, non sono strana, non sono poco affidabile ma semplicemente vivo di pancia, di emozioni e se per un qualsiasi motivo una cosa non entra nelle mie corde mi risulta davvero impossibile portarla a termine.
A tutto questo si aggiunge una vita di fretta, un’ esistenza che sto dedicando anima e corpo alla mia famiglia, a mio figlio in particolare perchè lui è il mio tesoro più grande e perchè è mio desiderio dargli la possibilità di crescere una persona unica, con il cuore aperto all’ altro, alle speranze ed al benessere interiore.
E’ in lui la mia più grossa gioia, è in lui che vedo tutto ciò che amo ed è “fare la mamma” che più sento istintivo e mio, quindi se fare la blogger arriverà dopo, pazienza; niente sensi di colpa, chi mi segue lo farà anche se non scriverò ogni giorno un nuovo post ma sarà ben felice di vedere le poche ma buone cose che faccio in cucina e nella vita.

Ho tanti desideri nel cuore che, tranne uno, non ho ancora messo in ordine di importanza e se non l’ ho ancora fatto non è per pigrizia ma perchè questo richiede coraggio; non mi piace che i pensieri rimangano tali, vivo nella smania di far prendere vita alle cose che voglio e lo pretendo subito, in fretta, per cui non voglio fare chiarezza, so che non potrei fare ciò che vorrei, non tutto, quindi meglio che tutto rimanga ancora sospeso ma una cosa è certa: a trentuno anni ho deciso che i sogni esistono!!




martedì 21 febbraio 2012

SIMPATICHE REGOLE

Il nostro cartellone


Ultimamente mi sono spesso trovata ad affrontare i capricci di Edoardo di fronte alla merenda pomeridiana e al tempo da dedicare ( purtroppo ) ai cartoni animati, così, stanca dei suoi capricci e convinta che il suo disagio dovesse essere trasformato in qualcosa di positivo e costruttivo, ho ripensato alle parole dei latini: “Verba volant, scripta manent”!!
Proprio così: ho messo nero su bianco le nostre regole, anzi le ho rese colorate e simpatiche, in modo che lui stesso sappia regolarsi consultando un simpatico cartellone, da lui comprensibile ed anche da lui gestibile, almeno in parte, grazie ad un semplice giochino che ho ricavato con un po’ di fantasia da qualche materiale scaricato dal blog di “Homemademamma”!!

In questo nostro cartellone ho indicato i giorni della settimana, ognuno contraddistinto da un animaletto, così che il lunedì per noi è anche il giorno della tartaruga, il Martedì quello della farfalla, il Mercoledì quello della paperella e così via fino alla Domenica; poi a fianco ho applicato un piccolo pezzetto di “strap” su cui Edoardo applicherà uno dei cartoncini che gli ho preparato raffiguranti il meteo; in questo modo il cucciolo di casa potrà mettere a fianco del giorno la nuvola, il sole, la neve (ultimamente molto gettonata!), la pioggia...
Sempre con semplici immagini, è indicata, giorno per giorno la merenda che mamma Michela ha deciso sia giusta per il pupetto altrimenti sempre disposto ad inghiottire Kinder e latte!!!
In ultimo ho indicato le nostre “trasgressioni”: le serate da dedicare ai film, che a casa nostra sono due su sette, il Martedì ed il Venerdì ed ai dolci, grosso problema,  dal momento che la genetica non è un’ opinione e che ho creato un  golosone che, come la sottoscritta, alla visione di un pezzo di cioccolata, perde il contatto con la realtà!!

Dopo una settimana che questo aiuto pedagogico è entrato in casa nostra i capricci di fronte ad uno yogurt o ad un “no" al film nella serata non designata sono diminuiti e credo che così Edoardo apprezzerà maggiormente la scansione del tempo e la presenza delle regole che da tutto ciò che ho letto in materia pedagogica sarebbero contenitive e rassicuranti!!!!

Voi che strategie avete adottato per gestire i punti “dolenti” della vostra giornata, delle vostre abitudini alimentari? Attendo consigli....


Le applicazioni per il cartellone relative al meteo

Un dettaglio del cartellone

I giorni della settimana con relativi animaletti



sabato 11 febbraio 2012

ALBERO E STELLA

Giveaway dei 100 Like

Oggi per puro caso, leggendo un articolo molto interessante sul portare i bambini ho scoperto questo bellissimo blog in cui credo farò spesso molte incursioni!!!!!

Poi vedendo questo giveaway non ho resistito, quindi eccomi tra i partecipanti!!!
Speriamo di vincerlo:-)))



mercoledì 8 febbraio 2012

FARFALLA


Inutile dire che a me ed a Edoardo piace un sacco leggere, annusare ( avete letto bene ) e maneggiare libri ed è con gran entusiasmo che ci addentriamo nelle librerie, dove, io in particolare, mi perdo in un mondo parallelo, e così in un’incursione fatta prima di Natale ( dopo ce ne sono state tante altre ) questo libro mi ha trovata e credetemi è una carezza al mio cucciolo prima della nanna ed è un momento di riflessione per me che leggo!!

Si intitola “Farfalla” ed è scritto da Bruno Tognolini e se già questa è una garanzia è anche magnificamente illustrato da Antonella Abbatiello.

Visto l’ entusiasmo verso questo piccolo scrigno di magiche parole, ho deciso di riportarvele anche se purtroppo il tutto non sarà supportato dai bei colori delle pagine e dalle illustrazioni che accompagnano il tutto in una sintonia stupefacente; allora ecco a voi qualcosa su cui potrete porre i vostri ultimi pensieri la sera prima di chiudere gli occhi.

Nella notte io penso e ripenso alle cose del giorno
Il pensiero è una luce leggera che mi vola intorno
Una gialla farfalla che immagina un altro colore
La farfalla ci pensa e ripensa, e così spunta un fiore
Primo fiore che sporge nell’ aria la testa bambina
E più pensa a quell’ aria e più intorno diventa mattina
Guarda giù la mattina e sorride alla terra compagna
E ci pensa e ripensa e le cade una pioggia che bagna
Mamma terra compagna non sa fino a dove arrivare
Così pensa più avanti, più avanti, finchè inizia il mare
Mare grande fa picchi e fa strilli di onde agitate
Fa pensieri all’insù, finchè luccica un cielo d'estate 
Babbo cielo è un pensiero leone, lo sa cosa vuole
Ci pensa una volta poi le apre la bocca e c’è il sole 
Sole caldo che pensa e ripensa un pensiero di fresco
E la crosta del mondo si copre di umido bosco
Il pensiero del bosco si immagina un posto lontano
E da un albero un ramo ci pensa ed allunga la mano
Una foglia dal ramo nel sole si allunga e si perde
Ci pensa e ripensa e il suo verde ha una perla più verde
In quel verde del mondo maturano cose più nuove
E la perla ora è un bruco che vive, ci pensa e si muove
Non sta fermo il pensiero, è una cosa che vola e che balla
Mentre il bruco ci pensa e ripensa, è già una farfalla
E tu dove sei stato, pensiero, farfalla del vento?
Però ora che sei ritornato
Da quel tuo girotondo lontano
Nel mio letto del mondo io penso più piano, più piano.... 


 Dolce notte a tutti!!!!!!!


martedì 7 febbraio 2012

PESTO DI ZUCCHINE


Molto molto tempo fa mi sono imbattuta in questa semplicissima quanto buona ricetta: il pesto di zucchine di “Pane al pane vino al vino”!!
Quindi, stasera oltre a farvi scoprire questa delizia vi farò forse entrare in un blog che ho sempre seguito ed ammirato molto quando ancora navigavo poco nel web ( bei tempi quelli )!!!

Noi abbiamo accompagnato questo pesto ad un po’ di pane ( fatto in casa ) ed  alla polenta rimasta dalla sera prima, tagliata a fettine sottili ed abbrustolita leggermente con il grill del forno!! Così facendo e con un po’ di salsiccia ho risolto la cena con gusto e “riciclando” gli avanzi!!

Sperando di avervi fatto cosa gradita aspetto i vostri pareri!!!

TORTA DI MELE A MODO MIO

Scrivo questo post chiedendomi se ci sia ancora qualcuno che legge il mio blog! L' ho trascurato così a lungo che non saprei nemmeno da ...